Fosse ancora vivo oggi sarebbe stato il suo compleanno. James Yancey in arte JDilla, semplicemente il più importante produrre hiphop (se proprio vogliamo confinarlo in un genere) degli ultimi 10 anni, una delle figure più influenti nella musica afro-americana di sempre. Uno che faceva musica, semplicemente. Che ha prodotto sul letto di morte (lupus renale) il suo ultimo disco. Voglio ricordarlo con qualche aneddoto e con un video, bellissimo omaggio nato da un fan all’interno del concorso video indetto da Stones Throw lo scorso anno.
Anno 2000: infilo il disco di Common “Like water for chocolate”, arrivo a “The Light”: capisco che un altro tipo di hiphop è possibile. Pace con il mondo attorno.
Anno 2003: in una vecchia compila di Groove sento per la prima volta “The Red” realizzata a 4 mani con Madlib per il disco Champion Sound. I pezzi party ascoltati fino a quel momento perdono improvvisamente di senso e muoio dalla voglia di suonare il pezzo alle jam. Parte la ricerca disperata del campione di voce utilizzato. Ne cerco le tracce ancora oggi…
Anno 2010, Splash Festival a Ferropolis (DE), sul palco sale Guilty Simpson e parte “Stress”, un brivido indicibile mi percorre le vene. Pelle d’oca ancora adesso a pensarci.
Oggi, 7 gennaio 2012, mi alzo di corsa per andare al lavoro, infilo la mano in un cassetto ed estraggo una maglietta in modo del tutto casuale. Più tardi nel corso della giornata noterò che è quella di JDee: Rest in Beats 1974-2006 (10 febbraio). Magia.
Grazie J. Continui ad emozionarmi e a farmi amare la black music.
Luke
coincidenze che contano…. rest in peace! esiman aka esi-bizione