Dj Vadim è indubbiamente uno tra i produttori hiphop europei più eclettici ed interessanti, capace di passare con disinvoltura dall’hiphop di matrice indie anni ’90 al raggae, passando per dub, elettronica e soul. Ed è anche uno dei pochi ad essere rimasto sempre ad alti livelli nonostante le evoluzioni (per alcuni involuzioni) del suo suono nel corso degli anni. Ne è una prova tangibile l’ottimo”The Soundcatcher”, sicuramente più dub rispetto ai capitoli precedenti del DJ di Sanpietroburgo, ma con una propria anima reggae molto personale. E poi quelle batterie…così riconoscibili, pastose, calde, ottimo tappeto per rapper in grado di farne buon uso ma perfette anche per vivere da sole, accompagnate da melodie soffici quanto aggressive.
E’ con questa idea di Vadim che mi sono accostato al suo live a Bergamo nel quale era atteso ad una performance “One-Self oriented” vista la presenza della cantante/rapper Yarah Bravo, presente su quel Cildren of Possibilities del 2005 (!) che aveva fatto gridare al miracolo a più d’un b-boy nostrano. Aspettative alte insomma ma, vuoi per la PESSIMA organizzazione della serata da parte dei gestori del centro sociale Paci Paciana (porte aperte al freddo, 0° di temparatura, scarso supporto tecnico al DJ) vuoi per l’ora tardissima in cui Vadim è salito sul palco (le 2.30? Non scherziamo regaz ste storie devono finire…), vuoi per una scarsa coerenza dei pezzi suonati, le aspettative non sono state confermate. V è partito selectando Soldier ed una serie di altri pezzi reggae per poi passare a nuove produzioni in stile Dub-Step (mentre Yarah tentava invana di scaldarsi in parte alla scena) per arrivare all’energico ed ispirato live con scratch da maestro e rap di Yarah. C’è stato pure tempo per una “The Terrorist” d’annata, mal supportata però da un pubblico ormai visibilmente spossato e disorientato, complice l’ora tarda, dai repentini passaggi da un genere musicale all’altro senza apparente logica. Un live abbastanza improvvisato quindi all’apparenza, sia nell’organizzazione sia nella performance. Peccato perchè non capita tutti i giorni di vederlo in italia e non sempre è possibile poter apprezzare pezzi di storia dell’hiphop dal vivo.
Sarà per la prossima, sempre che lo stesso Vadim metta un po’ di ordine nel suo laptop e sappia regalarci qualche emozione in più di una semplice susseguirsi di pezzi ben suonati, ben prodotti ma mal interpretati e miscelati dal vivo. O forse basterebbe iniziare un live un po’ prima delle 2.30 del mattino…ne gioverebbe atmosfera, pubblico e artista stesso.
Psycho
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