Dopo una serie di esibizioni live nel soleggiato stato della California e dopo la pubblicazione di alcuni singoli ed EP sotto etichette indipendenti, nel 2010 ha fatto il suo esordio per l’altrettanto indipendente Ubiquty Records (etichetta californiana con sede a San Francisco in cui evoluiscono tra gli altri Clutchy Hopkins, Shawn Lee, Nomo), uno dei gruppi di musica funk a mio parere più convincenti, grintosi e carichi dell’era moderna, Sharon Jones & the Dap Kings permettendo.
Trattasi di ORGONE, ensamble composto da 9 componenti guidati dalla vocalist Fanny Franklin e traghettati nel funk travolgente di “Califever” da trombone, sax, tromba, basso, chitarra, percussioni, batteria ed organo hammond.
Un po’ Texas Funk un po’ JB’s, con alcune influenze funkadeliche (provate l’assolo di chitarra in “The only one”) ma anche rimandi alla tradizione africana dell’afrobeat (in “Doing me wrong”) e all’energia di Marie Quinnie Lions (in “Crazy Queen”).
12 pezzi molto articolati e con un groove trascinante, tra i quali si alternano pezzi strumentali della durata anche di 7/8 minuti ed altri magistralmente interpretati dalla voce femminile di Fanny, in grado di affrontare lo strut-funk più old school nella prima parte del LP quanto la disco music più nera in chiusura (l’ultimo pezzo è metaforicamente intitolato “The Cleaner”, colui che spazza via tutto, da interpretare come fenomeno disco nei confronti della musica funk nei tardi anni ’70).
Un album completissimo (di cui tra l’altro è già uscito il “seguito”: The Killion Floor) che rivaleggia con quelli dei Dap Kings e The Budos Band per l’ideale palma di disco funky del 2010, pur non essendo stato inserito in nessuna classifica degna di nota nei mesi scorsi e citato pochissimo dalle riviste specializzate. Procuratevelo se potete. Intanto eccovi un piccolo assaggio di Califever attraverso il singolo omonimo:
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